2020 in calo per la contract logistics
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Il 2020 del mercato della contract logistics si chiuderà col segno meno: è quanto emerge dalla ricerca dell'Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” della School of Management del Politecnico di Milano.
Secondo lo studio, recentemente presentato durante il convegno digitale “Contract Logistics: dall’emergenza le basi per un nuovo futuro", l'anno in corso, segnato irrimediabilmente dall'emergenza sanitaria, si concluderà con un calo del 9,3% - causato dalla riduzione dell'export e del traffico merci – e con un fatturato previsto di 77,8 miliardi di euro contro gli 86 miliardi del 2019.
La contrazione del mercato, ovviamente, non è stata omogenea: i mesi del lockdown hanno fatto registrare un vero e proprio crollo per la maggior parte dei settori e dei canali di vendita (hanno fatto eccezione solo e-commerce, food e healtcare), mentre a partire da giugno si è assistito a una buona ripresa pari al +6% dei volumi rispetto allo stesso periodo del 2019.
Quel che è certo è che, in questa oscillazione, il sistema logistico-produttivo ha dimostrato grande resilienza, cambiando all'occorrenza le sue priorità. I manager logistici, infatti, hanno saputo riconfigurare velocemente le reti di distribuzione e la condivisione di asset lungo la filiera e, sulla base delle nuove criticità emerse, hanno modificato gli aspetti su cui intervenire nel 2021: maggior flessibilità e resilienza del sistema logistico (per il 62% dei manager), la digitalizzazione dei processi (50%), la sicurezza di tutti gli operatori lungo la filiera (38%) e la semplificazione della gestione dei flussi logistici (27%).
La ricerca pone poi in evidenza che, nonostante la pandemia, la spinta all’innovazione nel settore non si è fermata, ma è persino aumentata: sono 501 le startup a livello internazionale che forniscono soluzioni hardware o software per la logistica, nuovi servizi innovativi per quanto riguarda l’area geografica servita, le attività o le tecnologie impiegate, o piattaforme che incrociano domanda e offerta di servizi logistici (+57% rispetto al 2018), per un finanziamento complessivo pari a 9,56 miliardi di dollari (+92%).
Che l'emergenza Covid-19 abbia interrotto un trend di crescita pluriennale del settore (il 2019 aveva registrato un +0,8% sul 2018 e il 2018 un +1,6% rispetto al 2017) è innegabile, ma la pandemia sta anche accelerando alcune necessarie evoluzioni. L’emergenza, infatti, sta influenzando anche la trasformazione degli immobili logistici, con modalità diverse a seconda della tipologia di magazzino (magazzino di stoccaggio, di fabbrica e di distribuzione, di prossimità con stock o senza stock, fulfilment center in aree urbane). Aumentano la complessità dei network logistici, con il 47% del campione coinvolto nella ricerca che utilizza tutte e quattro le tipologie di magazzino, e la capillarità, con il 40% che dichiara una crescita dei magazzini di prossimità e dei centri di smistamento. Il Covid19 ha inoltre spinto lo sviluppo dell’ultimo miglio: si trasformano i magazzini di prossimità e di smistamento e nascono i micro-fulfilment center, dove le operazioni di prelievo sono automatizzate e integrate con il trasporto nell’ultimo miglio, mentre crescono l’esigenza di una strategia omnicanale e l’attenzione alla sostenibilità dei magazzini anche attraverso il ricorso all’automazione.
L’Osservatorio, che ha mappato 2,8 milioni di metri quadrati di magazzini, ha rilevato che i nuovi immobili logistici sono sempre più vicini a diventare carbon neutral, cioè a zero emissioni di anidride carbonica.
Di Redazione Tir | 10 Novembre 2020