A Bruxelles attenzione puntata sui valichi alpini
Europa
Si è svolto il 31 gennaio, a Bruxelles, l’evento “L’Europa e le Alpi, come mantenere una regione cruciale al centro delle politiche dell'Ue al Parlamento europeo”, organizzato dalla rappresentanza italiana e fortemente voluto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
Un evento che ha voluto porre l’attenzione sulla centralità strategica dell’arco alpino per la mobilità delle merci in Europa, allo scopo di sviluppare una progettualità condivisa per rendere il trasporto delle merci attraverso gli Stati membri maggiormente efficiente in termini operativi e di sostenibilità ambientale.
Il Ministro Salvini, ancora una volta, ha condannato i divieti unilaterali imposti dal Governo austriaco e ha annunciato che nei prossimi giorni arriverà prima alla Commissione e poi alla Corte di Giustizia europea il quesito che il Governo italiano ha posto sulla legittimità di queste restrizioni alla circolazione.
"Noi con l'Europa stiamo investendo miliardi di euro per il tunnel ferroviario più ambizioso, più avveniristico in lavorazione in Europa, con la fine dei lavori prevista nel 2032 - ha spiegato il vicepremier -. Però se unilateralmente un Paese europeo su 27 decide che la libera circolazione di uomini e merci è superata, è un problema”.
E a proposito della tesi sostenuta dall’Austria, ovvero che le limitazioni vengono poste per ragioni ambientali, Salvini ha precisato che “se oggi gran parte del parco circolante dell’autotrasporto è nuovo e a basse emissioni è perché il settore ha investito su sé stesso e sul suo futuro e non perché qualcuno ha imposto per legge nuove tasse”.
Il Ministro ha ricordato anche l’impegno italiano sul fronte francese. “Stiamo investendo sulla Tav. La collaborazione con il ministro francese è stata egregia e conto e spero che lo sia altrettanto con il nuovo ministro", ha osservato Salvini, indicando che il lavoro con la Francia va avanti anche per il Frejus. “Dopo la frana c’è stato un decremento del 30-40% nel trasporto merci; ora è importante riattivare il prima possibile la linea".
All’evento hanno partecipato diversi stakeholder del settore e importanti figure istituzionali europee, degli Stati membri e delle regioni coinvolte nella mobilitazione attraverso le Alpi, come la Commissaria per i Trasporti della Commissione europea Adina Vălean che ha stigmatizzato iniziative unilaterali richiamando alla necessità di un dialogo.
Tra i partecipanti anche il presidente di Anita, Riccardo Morelli che ha evidenziato la necessità di superare i limiti all’attraversamento delle Alpi, soddisfacendo le esigenze di ammodernamento e di sviluppo delle infrastrutture stradali e ferroviarie in relazione agli obiettivi europei sulle reti TEN-T, sullo shift modale e sulla transizione ecologica.
“Il sistema della mobilità delle merci sull’arco alpino va affrontato attraverso una politica unitaria vera e un gioco di squadra tra i diversi attori perché l’unica cosa che non ci possiamo permettere è frenare lo sviluppo economico e sostenibile delle imprese, che ogni giorno si confrontano con un mercato globalizzato e sempre più concorrenziale” ha aggiunto.
Anche il presidente di Fai-Conftrasporto, Paolo Uggè, ha sottolineato come l’attraverso dell’arco alpino sia fondamentale per l’economia italiana ed europea.
“Il totale dell’import/export del nostro Paese ammonta a 1286 miliardi e a 466 milioni di tonnellate di merce, l’85% delle quali va verso i Paesi dell’Ue via strada. Il 42% degli scambi italiani con l’Ue vede il 47% uscire dal nordovest, il 52% dal Nordest, e il solo Brennero vale 130 miliardi di euro di valore in merce.
Ma oggi – ha detto Uggè - quel flusso viaggia a intermittenza: il Frejus è chiuso, il Monte Bianco prevede una chiusura trimestrale per manutenzione per i prossimi 18 anni, il Gran San Bernardo ha limitazioni notturne, il Gottardo è chiuso fino a settembre 2024, il Brennero continua a introdurre limitazioni.
Le reti Ten sono gli strumenti attraverso i quali l’intera Europa si connette: la loro realizzazione è di fondamentale importanza. Ma sulla capacità di collegamento dell’Italia con il sistema economico europeo pesano gli effetti del Protocollo dei Trasporti delle Alpi, che ha aggravato la situazione anziché migliorarla. In tutto questo – ha concluso Uggè - la Commissione europea, pur sensibilizzata, non interviene, e questo non è più consentito”.
Di Redazione Tir | 31 Gennaio 2024