Anfia, Federauto e Unrae: una roadmap per il trasporto merci

Anfia, Federauto e Unrae: una roadmap per il trasporto merci

Italia

Incentivi fiscali e di mercato per gli Euro VI e le alimentazioni alternative, disincentivi per i veicoli ante Euro IV, potenziamento rete biocarburanti, sviluppo rete di ricarica elettrica e a idrogeno, autorizzazioni alla circolazione dei veicoli di 18 metri, attuazione della revisione obbligatoria anche presso officine private: sono esattamente questi gli ingredienti della ricetta elaborata da Anfia, Unrae e Federauto per il futuro del trasporto merci.

La situazione attuale del settore e i desiderata per la futura salute dello stesso sono stati snocciolati durante l’evento congiunto organizzato dalle tre associazioni "La roadmap per il rilancio del trasporto merci - Transizione energetica, efficienza e sostenibilità per il futuro di un settore strategico" tenutosi questa mattina a Milano.

Quali sono gli elementi più rappresentativi, ma anche critici, del presente del trasporto merci in Italia? L’attuale parco circolante dei veicoli industriali tocca quasi quota 700.000 veicoli con ptt maggiore di 3,5 tonnellate ed è tra i più vecchi in Europa, con un’età media di 13,4 anni e addirittura il 56% dei mezzi ante Euro IV, una percentuale che scende al 45,5% per i veicoli pesanti (superiori o uguali a16 t), che presentano un’età media di 11,5 anni. Minore ma comunque altissima.

Il settore, nonostante il calo delle immatricolazioni registrato negli ultimi 13 anni (si è passati da 35.442 unità nel 2007 a 20.256 veicoli venduti nel 2020, con una flessione dunque del 40%), è assolutamente strategico per l’economia nazionale, come anche rimarcato dall’aumento dei volumi trasportati durante il lockdown pandemico e quindi ha bisogno di essere potenziato seguendo alcune parole chiave: sostenibilità, efficienza, competitività.

Innanzitutto, per Anfia, Federauto e Unrae, c’è bisogno di attuare misure per la decarbonizzazione del trasporto merci: su questo fronte, le Associazioni chiedono interventi per disincentivare l’utilizzo dei veicoli più inquinanti, come per esempio una maggiorazione del costo per il passaggio di proprietà e l’azzeramento del rimborso dei pedaggi stradali e delle accise per i mezzi ante Euro IV, oltre all’entrata in vigore della revisione annuale obbligatoria, anche presso officine private, per cui si è ancora in attesa dei decreti attuativi.

Come si fa ad inquinare meno? Entra adesso in gioco la questione alimentazioni: secondo i tre protagonisti dell’incontro è indispensabile continuare a investire sui bio-carburanti e su un parallelo sviluppo delle infrastrutture per le alimentazioni alternative, per procedere verso sistemi di propulsione a emissioni tendenti allo zero, come i veicoli elettrici e quelli a biometano, in attesa della diffusione dell’idrogeno come soluzione di lungo termine e per i trasporti di lungo raggio.

Anfia, Federauto e Unrae sollecitano anche una norma che autorizzi la libera circolazione degli autoarticolati di lunghezza fino a 18 metri - 1,5 metri in più della lunghezza massima attuale, veicoli attualmente circolanti in Italia solo a livello sperimentale – che, a massa invariata, consente un carico di pallet superiore e, di conseguenza, riduce il numero dei mezzi in circolazione.

Di Redazione Tir | 07 Luglio 2021

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