Assotir: dieci anni di autotrasporto dai bilanci delle imprese
Italia
“Senza dati sei solo un'altra persona con una opinione” diceva l’economista statunitense W. Edwards Deming. È per questo che Assotir ha prodotto un corposo studio sul settore dell’autotrasporto che conferma alcune criticità già note del settore ma rafforzate adesso da numerosi dati analizzati con un approccio scientifico.
Il report, dal titolo “Analisi economica dell’Autotrasporto italiano degli ultimi dieci anni, basata sui Bilanci delle imprese: Peso, Composizione e Stato di Salute del Settore”, è stato curato da Rosario Faraci, Professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università degli Studi di Catania, e presentato il 1° ottobre a Roma, alla presenza della presidente e del segretario generale di Assotir, Anna Vita Manigrasso e Claudio Donati, di Salvatore Deidda, presidente della Commissione Trasporti della Camera, di Andrea Casu e Roberto Traversi, rispettivamente Vicepresidente ed esponente della Commissione Trasporti.
La ricerca si basa sui dati economici e finanziari ricavati dai bilanci degli ultimi 10 anni di un campione di oltre 22mila imprese italiane che operano nel settore del trasporto merci su strada.
“Si tratta, probabilmente, della prima volta in cui l’autotrasporto viene analizzato attraverso parametri tipici delle realtà imprenditoriali - ha affermato Manigrasso aprendo il convegno -. Vengono infatti misurati reddittività, indebitamento, conti economici, patrimonializzazione delle imprese. Attraverso questa diagnosi, si ricava lo stato di salute di un settore fondamentale per l’intero sistema economico nazionale”.
Un settore che nel complesso vale poco più di 68 miliardi di euro, pari al 3,40% del prodotto interno lordo italiano e che è popolato per lo più da microimprese. Tra le oltre 110mila imprese iscritte alla Camera di Commercio, il 66% è infatti composto da ditte individuali.
Lo studio ha messo in evidenza come il fatturato del settore, in dieci anni, sia cresciuto del 132%, ad un tasso annuo composto del +8,80%. “Tuttavia – ha sottolineato Faraci - la distribuzione della ricchezza economica non è uniforme per tutte le imprese dell'autotrasporto. L'83,27% del campione è popolato da piccole e medie imprese, che sono il tessuto vitale del settore. Queste imprese sono cresciute negli anni in termini di fatturato, marginalità e dipendenti. Anzi la ricerca rileva che le imprese più grandi hanno avuto una crescita dei ricavi minore. Se si prendono in considerazione gli utili, tuttavia, il trend si inverte, e i grandi player registrano un tasso di crescita che è quasi il doppio di quello del settore. In altre parole, hanno il tasso di redditività più alto rispetto al fatturato. E questa è una prima conferma di quanto sia diffusa la subvezione”.
Un’altra conferma arriva dal grado di integrazione verticale, indice che attesta quante fasi di un processo produttivo un’impresa gestisce in proprio, senza affidarsi a soggetti terzi. “Questo indice – ha continuato Faraci - è nettamente più elevato tra le imprese di piccole dimensioni, perché sono quelle che nei fatti gestiscono il trasporto delle merci”.
Sulla base di questi dati, la presidente Manigrasso ha quindi chiesto alla politica di intervenire con quattro interventi che l’associazione ritiene necessari: la disciplina della subvezione, per contrastare il fenomeno dell’intermediazione parassitaria; il rispetto dei tempi di pagamento stabiliti dalla legge; il riconoscimento economico dei tempi di attesa al carico e scarico delle merci; la reintroduzione di costi minimi obbligatori.
Di Redazione Tir | 01 Ottobre 2024