
Cargo ferroviario fra luci e ombre: il rapporto Fermerci 2025
Intermodalità / Italia
È un settore chiamato ancora a confrontarsi con molti elementi critici quello del trasporto ferroviario italiano. Un comparto che lo scorso anno ha registrato un calo dei treni-chilometri anche se è rimasto stabile, anzi è migliorato, per quel che riguarda le tonnellate movimentate. E che fino al 2026, compreso, dovrà affrontare le difficoltà legate ai lavori di ammodernamento della rete finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Questo è, a grandi linee, il quadro che è stato dipinto dal Rapporto 2025 di Fermerci, presentato a Roma alla Camera dei Deputati, alla presenza, fra gli altri, del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini.
Partiamo dai dati.
Nel 2024 sono stati registrate 51,2 milioni di treni-km che corrispondono a mezzo milione in meno rispetto al 2023 e, se confrontati con il 2021, l’anno di ripresa post Covid, a un calo del 5%; un risultato frutto del trend negativo registrato negli ultimi due anni. A questo si aggiunge il calo del numero dei treni merci nei porti: tra il 2022 e il 2024 i treni in origine e in destino sono diminuiti del 6%.
Per quel che riguarda le quantità, invece, i dati sono incoraggianti perché si registra una leggera crescita delle tonnellate-chilometri, passando dai 22,7 miliardi ai 23,3. Questo è un elemento importante perché misura l’efficientamento del sistema: sono diminuiti i treni, ma sono aumentate le quantità.
Come evidenziato nel documento “tale aumento delle tonnellate trasportate per treno può essere influenzato da diversi fattori come l'adeguamento delle infrastrutture ferroviarie agli standard europei che continua ad incrementare la capacità delle linee esistenti e anche l'adozione di tecnologie avanzate nei sistemi di controllo e gestione del traffico ferroviario permettendo una maggiore efficienza operativa”.
L’Italia è al quarto posto in Europa per estensione della rete ferroviaria, una rete che ha bisogno di essere manutenuta e soprattutto rinnovata. In questa direzione vanno i lavori finanziati con il PNRR. Questo però significa una serie di disagi e di chiusure legate ai cantieri programmati.
In base ai dati di programmazione degli interventi e delle chiusure forniti da RFI, il numero totale di interruzioni di linea sul traffico merci aumenterà significativamente nel corso di quest’anno, soprattutto quelle con impatto superiore al 50% sui traffici. Nel 2025 sono previste 479 interruzioni di cui 187 con impatto sul traffico merci superiore al 50%; nel 2026 saranno rispettivamente 484 e 232.
Un miglioramento della situazione è atteso solo a partire dal 2027, quando è previsto il completamento di numerosi interventi finanziati dal PNRR.
A tal proposito il Ministro Matteo Salvini, nel suo intervento di apertura della conferenza di presentazione del rapporto, ha sottolineato che giugno 2026 è la data per la rendicontazione dei lavori effettuati con i fondi del Recovery Plan.
“È un momento estremamente complesso. C’è bisogno di trovare un equilibrio sui lavori in corso, sia per quel che riguarda le esigenze dell’utenza, sia delle imprese di logistica”, ha detto, aggiungendo: “stiamo facendo il massimo ma sono ottimista e dopo questo periodo i dati in prospettiva sono pesantemente in crescita”.
“È necessario – ha spiegato poi – trovare modalità di accompagnamento. Una scelta più onerosa e impegnativa”.
Fra le misure di accompagnamento proposte da Fermerci, ribadite sia in apertura dal presidente dell’associazione Clemente Carta, sia in chiusura dal direttore generale Giuseppe Rizzi, ci sono le richieste al Governo di rendere strutturali e aumentare gli importi degli attuali incentivi al traffico come il Ferrobonus e la Norma Merci, di rifinanziare l'incentivo per l'acquisto di locomotive e carri ferroviari e di rendere strutturale e ampliare il fondo per gli operatori dei servizi di manovra ferroviaria nei porti. Inoltre, si chiede a RFI di anticipare l’avvio del prossimo periodo tariffario che prevede lo sconto pedaggi di circa il 27%, in modo che l’erogazione sia contestuale al servizio.
Di Antonella Vicini | 17 Aprile 2025