Coronavirus: linee guida Ue per il trasporto merci e le frontiere

In questo momento così delicato per la salute collettiva, l’Unione europea ha adottato delle linee guida in 25 punti per continuare a garantire il funzionamento del mercato interno e la disponibilità di beni e servizi essenziali pur limitando al massimo il diffondersi dell’epidemia di Covid- 19.

Parte di queste misure riguardano il trasporto delle merci e la catena di approvvigionamento. Si chiarisce, infatti, che deve essere assicurata la libera circolazione di tutte le merci e garantita la filiera di prodotti essenziali come medicine, equipaggiamento medico e cibo.

Il trasporto e la mobilità, si sottolinea, sono settori essenziali per l’economia e quindi anche le misure di controllo non dovrebbero minare la continuità delle attività economiche, ma garantire invece la catena dell’approvvigionamento. Eventuali restrizioni alla mobilità imposte dagli Stati membri devono essere proporzionate, trasparenti, motivate sulla base di evidenze scientifiche supportate dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) o dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e non discriminatorie. Inoltre, devono essere comunicate alla Commissione e a tutti gli altri Stati membri in modo tempestivo prima di essere attuate. Allo stesso tempo va assicurato agli operatori dei trasporti la possibilità di lavorare in sicurezza, senza la richiesta di documentazioni ulteriori legate alla circolazione delle merci all’interno del mercato unico.

Per limitare la diffusione della pandemia gli Stati membri devono adottare misure di controllo alle frontiere esterne e stabilire procedure operative standard (che vanno dallo screening all’assistenza dei malati fino all’isolamento). I cittadini europei e non europei che entrano nello spazio Schengen dovranno essere soggetti a controlli sistematici.

Alle frontiere interne potranno essere ripristinati controlli temporanei, se giustificati dal rischio di pandemia, ma in ogni caso tutti Stati membri dovranno notificarne il ripristino secondo quanto indicato dal codice frontiere Schengen, fermo restando le garanzie primarie sulla libera circolazione. Questo genere di verifiche, inoltre, devono essere organizzate in modo di non creare assembramenti o lungi tempi di attesa.