Digitalizzazione e cybersicurezza nei trasporti al centro di un convegno a Roma

Digitalizzazione e opportunità aperte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sono i temi al centro del convegno organizzato a Roma da Conftrasporto con Federlogistica, dal titolo “Digitalizzazione e cybersecurity nel PNRR: opportunità per la filiera logistica”, che si è tenuto questa mattina.

Una finestra su quanto sta accadendo in Italia alla luce degli importanti fondi messi a disposizione nell’ambito del Next generation EU e degli obiettivi di competitività legati alla digitalizzazione e all’interoperabilità del sistema logistico.

Competitività perché la demateralizzazione dei processi permette di rendere più efficiente la filiera, di risparmiare tempo e comprimere i costi.

Prendiamo il caso dell’eCmr, la lettera di vettura digitale; stando ai dati di Unioncamere, il suo utilizzo fa risparmiare alle imprese il 60% sia in termini di tempo sia di denaro rispetto alla tradizionale Cmr.

L’Italia si trova a vivere, oggi, una fase particolarmente vivace da questo punto di vista per la concomitanza di fattori abilitanti come la volontà politica, la presenza di fondi e l’esistenza di una cornice normativa comunitaria e nazionale sul tema. Per questo è il momento di accelerare verso sistemi sempre più digitalizzati.

Pasquale Russo, presidente di Conftrasporto-Confcommercio, introducendo gli argomenti del convegno, ha puntato l’attenzione sulla necessità di cogliere “le reali opportunità per le imprese”, ricordando che nel nostro Paese si sconta un’inefficienza sui sistemi di digitalizzazione.

“Non è un problema di tecnologie, ma di collaborazione fra enti e istituzioni. Adesso ci sono però investimenti e politiche che vanno in questa direzione. Il Governo, infatti, ha messo a disposizione 250 milioni di euro per progetti sulla digitalizzazione”, ha detto.

Una parte di questi fondi è stata già messa a bando. Donato Liguori, direttore della Direzione Generale per i porti, la logistica e l’intermodalità del MIT, ha sottolineato che “la Ue ci ha affidato un compito e delle risorse: si tratta di spenderle e spenderle bene, perché vanno rendicontate non solo le spese ma anche i risultati ottenuti. E noi ci siamo dati l’obiettivo che tutti i porti italiani entro il 30 giugno di quest’anno si dotino di un Port Community System. L’obiettivo Ue era il 75%”.

Sempre in tema di target al 2026 e di fondi messi a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Francesco Benevolo, direttore di RAM Spa, la società in house del MIT, ha ricordato che i 250 milioni di euro per la digitalizzazione sono stati in parte già messi a disposizione: 30 milioni per il nodo centrale, interconnettore con il sistema di interscambio, una piattaforma con standard di interoperabilità per gli operatori che devono interfacciarsi con la P.A.; 45 milioni destinati a potenziare i nodi dell’intermodalità, in particolare porti e interporti. Le autorità di sistema portuale hanno ricevuto 1 milione ciascuna per il port community system; mentre 10 milioni sono stati destinati ai sistemi interoperabili (cofinanziati 50%) degli interporti. Altre risorse sono state destinate sempre ai porti per migrare sul Polo strategico nazionale.

Una parte rimanente è riservata poi alla formazione. Ma sulla quota più consistente - i 175 milioni appunto- si sta ancora lavorando.

“Tecnicamente – ha detto Benevolo – stiamo predisponendo strumenti e opportunità anche con il contributo delle associazioni di categoria, ma l’impianto definitivo dei provvedimenti dipenderà dalle scelte della politica. In questo senso, il PNRR è un motore aggiuntivo per qualcosa che deve andare avanti in modo strutturale”.

“Bisogna guardare al 2050, non al 2026. L’orizzonte è quello di creare un sistema interoperabile e integrato. Stiamo lavorando con le Agenzie delle Dogane, con i porti, con le capitanerie di porto e possiamo diventare sistema logistico nazionale interoperabile”, ha aggiunto.

Ovviamente la digitalizzazione porta con sé rischi da cui le imprese e le istituzioni sono chiamate a difendersi.

Dal 2018 al 2022, infatti, gli attacchi informatici a livello globale sono aumentati del 60% e, solo in Italia, nel corso del 2022, si è registrato un incremento del 169% rispetto all’anno precedente, elevando il tema a priorità di investimento nell’ambito del PNRR, dove sono previsti oltre 623 milioni di euro da destinare alla cybersicurezza.

“Un attacco informatico a un singolo anello della catena logistica e dei trasporti è in grado di bloccare in pochi istanti un intero Paese: ecco perché la protezione dei dati è ormai un tema ineludibile”, ha ricordato Pasquale Russo. In questa prospettiva la Ue ha stabilito l’attuazione di tutta una serie di procedure di prevenzione e di adempimenti previsti dalla direttiva Nis2 per aumentare i sistemi di sicurezza nei settori strategici fra cui, naturalmente, anche i trasporti e la logistica.