ESG: le nuove date per la rendicontazione in Europa

ESG: le nuove date per la rendicontazione in Europa

Sostenibilità

ESG, tre lettere che racchiudono una nuova relazione fra imprese e ambiente.
Environmental, Social, Governance sono le dimensioni che un’azienda deve tenere in considerazione nella propria attività per coniugare in modo equilibrato la produttività con la sostenibilità economica e sociale, grazie a una serie di procedure operative. Buone pratiche che consentono di conoscere e di gestire l’impatto ambientale, sociale ed etico delle imprese, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 della Nazioni Unite.

Fra queste buone pratiche c’è anche la rendicontazione ESG, un’informativa di carattere non finanziario che consente di descrivere e quantificare questi aspetti generati dalle attività aziendali.

Su questo tema si sono espressi i deputati del Parlamento Ue per posticipare le date di applicazione delle nuove normative comunitarie la rendicontazione di sostenibilità, sulla base di quanto proposto dalla Commissione con le misure di semplificazione Omnibus I lo scorso febbraio. Gli eurodeputati hanno votato anche sul rinvio delle regole sul dovere di diligenza.

Vediamo meglio nel dettaglio entrambi i provvedimenti.

Nel caso della direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità si tratta di un rinvio di due anni per le aziende coinvolte dalla legislazione: le grandi imprese con più di 250 dipendenti dovranno riferire per la prima volta nel 2028 - invece che nel 2026 - relativamente alle misure sociali e ambientali attuate nell’anno precedente; per le PMI e le altre imprese quotate ci sarà un anno in più (dal 2027 al 2029).
Dal 2024, invece, le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) sono già soggette alla direttiva; mentre le PMI potevano già scegliere di non partecipare fino al 2028..

Per quel che riguarda le norme sul dovere di diligenza i Paesi Ue avranno un anno in più del previsto per trasporre le norme nella legislazione nazionale.  

Le regole sul “dovere di diligenza” impongono di mitigare l’impatto negativo delle proprie attività sulle persone e sull’ambiente e riguardano principalmente le grandi imprese, comprese anche quelle non europee che generano un fatturato significativo nella Ue. Nel primo caso, si tratta di aziende con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato netto superiore a 1,5 miliardi di euro; nel secondo, aziende con un fatturato superiore a tale soglia.
Le PMI non rientrano direttamente nel campo di applicazione.
Secondo la proposta adottata, i Paesi Ue avranno un anno in più del previsto – fino al 26 luglio 2027 – per trasporre le norme nella legislazione nazionale. Le imprese non Ue dovranno applicare le norme dal 2028 e non dal 2027.

Di Antonella Vicini | 04 Aprile 2025

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