IRU alla Ue: limitare decisioni unilterali alle frontiere

Di fronte alle notizie dell’obbligo di tamponi per gli autotrasportatori al Brennero, in Repubblica Ceca e in Germania, l’IRU, l’Unione internazionale dei trasporti stradali, ha chiesto alla Ue un intervento per limitare queste misure che stanno provocando già i primi disagi alle frontiere.

Questa mattina, ad esempio, si sono verificati 40 chilometri di tir in coda, sull'autostrada del Brennero in direzione nord, fra Bressanone e il Brennero. Le postazioni per i test sono state attivate oggi e, secondo quanto riferito dalla Centrale di viabilità della Provincia di Bolzano in assenza di un certificato, i veicoli vengono deviati per entrare in Austria attraverso il valico di Tarvisio, dove non pare si stia registrando un aumento del flusso di mezzi pesanti, né code.

Il problema resta, dunque, lungo l’importante asse commerciale del Brennero: ogni giorno più di 7.000 camion muovono merci sul corridoio nord-sud attraverso il Tirolo.

L’IRU ha sottolineato che nonostante i test rapidi siano accettati dalle autorità tedesche, questi devono essere effettuati da laboratori autorizzati; un requisito non sempre facile da soddisfare da parte degli autisti in viaggio fuori dal loro Paese. Inolttre devono essere presentati in lingua inglese o tedesca. Una simile situazione, sottolinea l’associazione in una nota, mette a rischio supermercati, strutture mediche e fabbriche in tutta l’Unione europea sono ora a rischio, comprese le industrie tedesche che dipendono dalle catene di approvvigionamento multinazionali, come il settore automobilistico.

"Isolati nella loro cabina - evidenzia inoltre Umberto de Pretto, presidente dell’IRU - i camionisti non sono esposti al virus, e rispettano le severe misure contro il possibile contagio messe in atto dai loro datori di lavoro e dai loro clienti, compreso il divieto di contatto fisico nei luoghi di ritiro e consegna".