IRU: la variante Omicron non metta a rischio la  supply chain

IRU: la variante Omicron non metta a rischio la supply chain

Europa

Le nuove misure per impedire la diffusione della variante Omicron rischiano di creare nuovi problemi alla catena di approvvigionamento globale e agli operatori del settore.

Per questo le organizzazioni di trasporto internazionali, fra cui l’IRU, e i sindacati di categoria hanno lanciato l’allarme ricordando che i lavoratori del trasporto transfrontaliero, compresi marittimi, personale di volo e autisti, devono essere messi nelle condizioni di continuare a svolgere il proprio lavoro e di attraversare le frontiere senza regole di viaggio eccessivamente restrittive.

Da quando l'Oms ha identificato il nuovo ceppo del Covid 19 come "variante di preoccupazione" (“variant of concern”), infatti, almeno 56 Paesi hanno reimpostato nuove limitazioni ai viaggi.

Lungo la catena di approvvigionamento globale operano 65 milioni di lavoratori dei trasporti: IATA, l’International Air Transport Association, ICS, l’International Chamber of Shipping, ITF, l’International Transport Workers’ Federation, e, appunto IRU, l’International Road Transport Union, hanno chiamato  quindi i capi di stato mondiali a intraprendere un'azione decisa e coordinata per alleviare la tensione sulla supply chain.

Come già fatto anche nei mesi scorsi, le associazioni chiedono di: garantire la libera e sicura circolazione dei lavoratori dei trasporti; dare loro la priorità nel ricevere i vaccini riconosciuti dall'Oms; adottare gli ultimi protocolli approvati per le differenti modalità, come sollecitato anche da varie organizzazioni delle Nazioni Unite come l’Organizzazione mondiale della sanità, l'Organizzazione internazionale del lavoro, l’Organizzazione marittima internazionale, l’Organizzazione internazionale dell'aviazione civile; creare certificati e processi di vaccinazione armonizzati a livello globale e reciprocamente riconosciuti; aumentare la fornitura globale di vaccini.

Di Rivista Tir | 03 Dicembre 2021

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