Pacchetto mobilità: ancora nessun accordo

Dopo una maratona durata fino alle 2:30 del mattino del 26 novembre, i rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, riuniti nel cosiddetto Trilogo per discutere le riforme dell’autotrasporto internazionale, hanno gettato la spugna. Almeno per ora. Dopo 2 anni e mezzo di riunioni, discussioni, audizioni non sussistono quindi ancora le condizioni per giungere a un accordo sulle tre proposte di base del Pacchetto mobilità: accesso alla professione e al mercato, orario di guida e di riposo, distacco nel settore trasporti. Proposte che sono state approvate dal Parlamento europeo decaduto e confermate da quello subentrato dopo le elezioni di maggio di quest’anno; purtroppo però la profonda divisione tra i Governi, con quelli dell’Occidente favorevoli al testo approvato dall’Europarlamento e quelli orientali contrari, non consente di arrivare a una soluzione definitiva.

Le proposte contengono soluzioni a maggiore tutela dei trasportatori stradali e della loro dignità di uomini e di lavoratori, come nuove regole sull’orario di guida che permettono agli autisti di poter rientrare a casa quando si trovino a due ore di distanza, o ancora l’obbligo di rientro nel Paese di stabilimento dopo 4 settimane di lavoro lontano. Le proposte contengono anche una nuova definizione del distacco, che consente di estendere anche a questo settore la norma generale sul distacco, e l’estensione ai veicoli di peso superiore a 2,5 Ton (oggi il limite è di 3,5 Ton) delle norme sull’accesso.