Ponte sullo Stretto: un convegno analizza i benefici della grande opera
Italia
Quando si parla di Ponte sullo Stretto, la domanda oggi non è più se realizzarlo, ma quali saranno i benefici della sua realizzazione.
È questo il quesito che si è posto e a cui ha dato una risposta il convegno organizzato da Unioncamere, oggi a Roma, dal titolo piuttosto esemplificativo “Il ponte sullo stretto e l’impatto sociale, economico ed ambientale. Dalla progettazione all’analisi costi benefici”.
L’evento, a cui hanno partecipato rappresentanti di Anas, Webuild, Rfi, della società Stretto di Massina Spa, della Regione Sicilia, delle Camere di Commercio, è stato l’occasione per analizzare una serie di aspetti relativi alla costruzione della grande opera che dovrebbe essere pronta per il 2032 e per chiarire una serie di questioni tecnico-ingegneristiche, sciogliendo anche eventuali dubbi sulla sicurezza dell’infrastruttura.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, chiudendo i lavori, ha ricordato che "questa è un'opera che porterà più soldi allo Stato di quanto lo Stato non ne abbia investito e questo non è facile, perché spesso non è così".
Il Ponte sullo Stretto, la cui genesi è partita già nel dopoguerra, ha avuto un percorso difficile, spesso osteggiato. A tal riguardo, il ministro Salvini ha affermato di essere certo che una volta avviati i cantieri anche il comprensibile scetticismo dei siciliani svanirà.
“Quando verrà inaugurato – ha sottolineato – sono sicuro che non ci sarà più nessuno contrario”.
Le prospettive di cui parla il ministro Salvini sono quelle emerse dall’analisi commissionata da Unioncamere Sicilia a Uniontrasporti e realizzata con il supporto tecnico scientifico di Openeconomics, presentata dal direttore di Uniontrasporti, Antonello Fontanili.
Partiamo dai numeri: 1,8 miliardi di euro è il valore netto che genererà l’opera una volta a regime, una cifra che ne misura la redditività economico sociale che si ricava da una serie di voci come la riduzione di tempi e dei costi per il trasporto e delle emissioni inquinanti. A ognuna di queste voci corrisponde un valore economico.
Effetti positivi saranno prodotti già nella fase di avvio dei cantieri, considerando che si creeranno in totale 36.700 posti di lavori. Più nel dettaglio, il modello di rappresentazione utilizzato nello studio evidenzia che a fronte di una spesa di circa 13,5 miliardi di euro per la sua costruzione, il ponte apporterà un contributo di 23,1 miliardi di Pil, suddiviso in 10,9 miliardi di reddito da capitale, 8,8 miliardi di redditi da lavoro, 3,4 miliardi di imposte indirette.
Benefici che verranno distribuiti a livello nazionale: 5.570 milioni di euro saranno per la Lombardia, 2.147000 per la Sicilia, 1.435000 per la Calabria. Anche le casse pubbliche godranno di entrate fiscali per un ammontare di 10,3 miliardi di euro.
Di Redazione Tir | 26 Novembre 2024