Presentato a Milano il primo rapporto dell’Osservatorio Sunrise

Presentato a Milano il primo rapporto dell’Osservatorio Sunrise

Italia

Nonostante gli sforzi per la decarbonizzazione della mobilità e del trasporto su strada, il raggiungimento degli obiettivi Ue è ancora lontano, e non solo in termini temporali.
A dirlo sono i dati del primo rapporto dell’Osservatorio Sunrise, promosso da MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, presentato a Milano da Ennio Cascetta, coordinatore dell’osservatorio.

Lo studio è frutto della collaborazione tra istituzioni, enti accademici e partner industriali – Almaviva, Autostrade per l’Italia, Cassa Depositi e Prestiti, Eni, Fondazione Filippo Caracciolo dell’Aci e Iveco Group – e di un ampio lavoro di raccolta di informazioni provenienti da molteplici fonti.
L’analisi comparata è stata realizzata attraverso un modello matematico per ricostruire la reale domanda di trasporto stradale in Italia. Una delle maggiori difficoltà, infatti, risiede nel fatto che, a differenza di altre modalità, nel trasporto stradale esistono molteplici soggetti gestori dell’infrastruttura, con conseguente disomogeneità nella raccolta dei dati.

Attingendo alle diverse fonti, si è stimato che nel 2024 siano stati percorsi circa 520 miliardi di veicoli/km: di questi, circa 415 miliardi da auto, oltre 56 miliardi da furgoni, circa 30 da mezzi pesanti e la restante parte da motocicli e autobus.
Inoltre, relativamente ai mezzi pesanti, è emerso che circa il 10% di quelli in circolazione non è registrato in Italia.

Da un’analisi delle immatricolazioni dal 2019 al 2024 risulta, inoltre, un processo di ricarbonizzazione delle flotte, con un aumento delle immatricolazioni di veicoli a benzina e un conseguente incremento delle emissioni di CO₂ pari al 2,9%. Negli ultimi due anni, però, l'introduzione dei biocarburanti – come l’HVO – segnala una transizione verso carburanti a minore impatto ambientale.

L’Osservatorio evidenzia, inoltre, la necessità di aggiornare le stime sulle emissioni di NOx e PM del parco auto circolante. Le valutazioni tradizionali attribuivano al traffico il 57% delle emissioni di NOx e il 14% di PM2.5, ma i nuovi dati mostrano un impatto ridotto dei veicoli Euro 6 e la crescita di ibridi ed elettrici, con la conseguenza che le quote imputate al trasporto stradale potrebbero essere significativamente inferiori rispetto al passato.

Alla luce di questi dati, l’analisi si è chiesta se gli interventi attuati siano sufficienti a raggiungere quanto prefissato dalla Ue con il pacchetto “Fit for 55”, che stabilisce target differenziati in base alla tipologia di trasporto (–55% entro il 2030 e –100% dal 2035 per i leggeri e i van; –45% entro il 2030, –65% entro il 2035 e –90% entro il 2040 per i mezzi pesanti), ipotizzando due scenari.

Il risultato è che, in entrambi i casi – a bassa e ad alta decarbonizzazione – difficilmente si raggiungeranno gli obiettivi fissati. Negli scenari più favorevoli, la riduzione del traffico stradale rispetto al 2024 si attesterebbe attorno al 6%; in quelli meno favorevoli, si registrerebbe un aumento del 7%.

In entrambi i casi, il peso emissivo del trasporto merci – in particolare dei mezzi pesanti – tenderebbe ad aumentare, poiché le tecnologie su cui sta puntando l’Ue, come l’elettrico e l’idrogeno, non sono ancora diffuse in questo segmento. Analogamente, le emissioni di CO₂ si ridurrebbero del 10% o al massimo del 24% rispetto ai valori del 2005, contro il 43% previsto per il 2030.

Di Redazione Tir | 06 Ottobre 2025

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