Transizione green per il trasporto pesante: le proposte di Unatras

Alla doppia transizione verde e digitale del trasporto merci deve affiancarsi anche una transizione etica: lo ha affermato Unatras in un recente documento che contiene osservazioni e proposte in risposta alla volontà europea di ridurre ulteriormente le emissioni dei veicoli per il trasporto merci.

All’interno del documento, Unatras fornisce anche dati ed elementi di contesto che forniscono una chiave di lettura per la situazione attuale e che inquadrano le successive proposte. L’autotrasporto italiano, di certo, sconta un problema importante relativo al parco veicolare: i due terzi del parco mezzi ha un’anzianità che va dai 17 (euro IV) ai 30 (euro zero) anni, mentre solo un terzo di esso ha un’età compresa tra i sette (euro VI) ed i tredici (euro V) anni.
Eppure, le aziende, secondo l’unione dell’autotrasporto, non sempre possono agire nel rinnovo, essendo costrette spesso a ridurre la velocità commerciale e subire i disagi per le condizioni della rete stradale nazionale e per l’innalzamento generale dei costi.A causa delle condizioni sfavorevoli, le aziende italiane operanti nel settore, infatti, stanno subendo una crisi di competitività rispetto agli operatori stranieri, tanto che se nel 2005 le imprese italiane erano protagoniste del
 35% dei trasporti, nel 2021 si sono fermate al 12%.

Proprio in considerazione di tutto questo, Unatras si dice preoccupata per la proposta della Commissione
 europea di introdurre norme ancora più severe sulle emissioni di CO2 anche per i nuovi veicoli pesanti. L’estensione al trasporto stradale del meccanismo di
contrattazione delle emissioni ETS, attraverso l'incremento dei prezzi dei carburanti, genererebbe infatti un aumento dei costi operativi delle imprese compreso tra i 1.500 euro e i 6mila euro all’anno per un furgone a gasolio o a Gnl per arrivare addirittura a quasi 10mila per un veicolo pesante a gasolio di ultima generazione.

Unatras richiede quindi, alla luce di quanto esposto, contributi diretti da parte dell'Unione europea per la sostituzione del parco veicolare, affermando che i costi per la sostituzione dei mezzi debbano essere ripartiti tra gli stakeholder del settore, attuando forme di incentivi che tengano in considerazione anche il reddito delle imprese. Inoltre, il coordinamento ritiene che il PNRR, pur non prevedendo interventi diretti a favore dell’autotrasporto, debba essere considerato uno strumento per intervenire, insieme alle risorse del fondo complementare, sul sistema viario nazionale per efficientare la viabilità di collegamento da e per i porti e la viabilità cosiddetta secondaria.
 Infine, Unatras indica come necessaria l'immediata fruibilità delle risorse stanziate per il settore contro il caro gasolio (D.L. Aiuti quater e Legge di Bilancio), oltre che altre azioni: intervenire in sede di Consiglio europeo per scongiurare la proposta di soppressione del beneficio del gasolio commerciale, strumento essenziale per la competitività dell’autotrasporto e dei suoi utenti; varare un piano d’azione integrato per contrastare la criticità della carenza di autisti attraverso la riduzione del cuneo fiscale, l’allentamento di alcuni requisiti che limitano l’accesso a tale attività e l’attivazione di
specifici percorsi formativi per favorire l’ingresso dei giovani nel comparto; programmare una profonda revisione della regolamentazione dei divieti di circolazione che,
capitalizzando i benefici generati dai miglioramenti nella sicurezza attiva e passiva dei mezzi di trasporto,
dagli sviluppi nell’infomobilità e dalle mutate abitudini di spostamento degli italiani sulle strade, faccia da
vero e proprio “booster” della produttività del settore, recuperando per l’attività gran parte delle oltre 80
giornate di interdizione della circolazione attualmente previste nell’anno.