Assarmatori: continuare a promuovere le Autostrade del Mare
Italia
Transizione ecologica, investimenti, Autostrade del Mare sono alcuni dei temi principali trattati dal presidente di Assarmatori, Stefano Messina, durante l’assemblea annuale dell’associazione, che si è svolta a Roma il 12 luglio.
“Siamo alle prese con un momento storico difficile, sfidante e al contempo anche ricco di opportunità - ha detto Messina -. Il nostro settore fa i conti con due anni di pandemia e poi con le crescenti tensioni geopolitiche, a partire dal conflitto russo-ucraino, che hanno fatto deflagrare l’inflazione e causato cambiamenti radicali dello scenario mondiale”.
Per questo il mondo armatoriale ha chiesto alla politica di lavorare su temi concreti: evitare gli impatti negativi che il trasporto marittimo italiano accuserebbe dal combinato disposto delle norme dettate dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) e dal pacchetto Fit for 55 dell’Unione europea; semplificare il quadro regolatorio del settore marittimo, liberandolo da regole dettate 80 anni fa; investire ancora di più sulle Autostrade del Mare.
“L’Italia può puntare a diventare un hub non solo verso l’Africa ma per tutta l’Europa, con il trasporto marittimo e la logistica al centro di questa strategia. E con un vantaggio di grande importanza in termini di salvaguardia ambientale: i trasporti marittimi costituiscono una barriera alla crescita delle emissioni perché anche attraverso le Autostrade del Mare si è riusciti, con il contributo del mondo armatoriale a ridurre traffico stradale, inquinamento e incidentalità. È quindi fondamentale - ha continuato Messina - continuare a promuovere le Autostrade del Mare, senza discriminazioni tra operatori, scongiurando gli effetti boomerang, ovvero il trasferimento modale inverso dal mare alla strada”.
Allo stesso tempo c’è bisogno di una semplificazione normativa. “Abbiamo bisogno di essere liberati da regole dettate 80 anni fa. Vogliamo competere ad armi pari con gli armatori, anche di Paesi membri della Ue, che battono bandiere di Stati che hanno reso efficiente il sistema del trasporto marittimo senza alcuna diminuzione di standard di sicurezza o di lavoro”.
Messina ha anche affrontato la questione dei carburanti alternativi, chiedendo al Governo più chiarezza per quanto riguarda i rifornimenti nei porti.
Ma per il Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini ci vuole ancora cautela.
"Alcune discussioni a livello internazionale mostrano come il settore non abbia ancora scelto sul piano tecnologico quali siano le strade da seguire. In questa condizione di incertezza – ha affermato il Ministro - è difficile riuscire a fornire in tutti i porti, soprattutto italiani, tutte le possibili alternative energetiche. Questo vuol dire che dobbiamo guadagnare tempo con il refitting e altri interventi che comunque possano ridurre l'inquinamento, così come il cold ironing, ossia spegnere i motori quando si è in porto, e nel frattempo lavorare sul piano della ricerca con gli armatori e con i costruttori per capire dove andrà l'intero settore a livello globale in modo da fare investimenti ma riducendo al massimo il rischio di buttare le risorse”.
Di Redazione Tir | 12 Luglio 2022