La Ue vuole tassare i porti

C’è preoccupazione per la spinta della Commissione europea sulla tassazione delle Autorità di Sistema Portuale e le perplessità sulla questione sono state ieri oggetto di un incontro tra i vertici di Confcommercio-Conftrasporto e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli.

Da qualche anno il Governo europeo ha avviato un processo di restrizione dell’autonomia fiscale dei porti commerciali che non permetterebbe più agli scali di godere di vantaggi fiscali, tradotti nell’esenzione da tasse e imposte. Secondo la Commissione questo tipo di sostegno statale sarebbe lesivo della libera concorrenza tra i porti e avvantaggerebbe slealmente le realtà portuali degli Stati che concedono aiuti pubblici, come l’Italia.

Secondo le associazioni di categoria questa spinta da parte dell’Europa rischia di danneggiare gravemente un settore strategico per l’economia italiana in modo, peraltro, ingiustificato: i porti italiani dal 2016 sono gestiti dalle Autorità di Sistema Portuale che, in quanto enti pubblici, non fanno profitto e quindi non è ammissibile tassarli come si farebbe con qualsiasi impresa.

Nel corso dell’incontro il ministro, che ha ascoltato le rimostranze di Conftrasporto, ha confermato che sul tema è in corso una riflessione all’interno del ministero per meglio rispondere alla Commissione europea.