Ocse: da maggio commercio in lieve ripresa

La pandemia da Coronavirus ha inflitto un colpo durissimo al commercio internazionale di merci.
Il crollo record ha riguardato soprattutto il secondo trimestre del 2020, con aprile che ha rappresentato il picco verso il basso. Solo tra maggio e giugno si è assistito a una leggera ripresa, dovuta all’allentamento delle misure di contenimento messe in atto dai governi.

Come certificato dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, i Paesi del G20 hanno subito una flessione del 17,7% nelle esportazioni e del 16,7% nell’importazione, il calo maggiore dalla crisi finanziaria del 2009 a oggi. Aprile è stato il mese peggiore con esportazioni diminuite del 18,7% e importazioni crollare del 16%.
In particolare, in l’Italia nel secondo trimestre del 2020 le esportazioni sono scese a 93,7 miliardi di dollari, contro i 133,7 miliardi dell’anno prima, e le importazioni sono calate a 84,2 miliardi, dai 120,3 dello stesso periodo del 2019, il che si traduce, sul piano congiunturale, a un calo dell'export pari al 26,5% mentre e a una flessione delle importazioni del 23,4%.
La Cina, dopo un primo trimestre 2020 complicato, ha iniziato la sua ripresa già nel secondo: il Paese asiatico è stato infatti l'unica economia del G20 a registrare una crescita delle esportazioni nel secondo trimestre del 2020 (+ 9,1%), dopo un calo del 9,3% nel primo trimestre. Le importazioni cinesi hanno invece continuato a diminuire, del 4,9%.
Per quanto riguarda gli altri Paesi, l'Australia ha registrato cali sia nelle esportazioni (-4,4%) che nelle importazioni (-5,6%), in Giappone le esportazioni sono diminuite del 15,2% e le importazioni del 4,6%, mentre in Corea le esportazioni sono diminuite del 20,1% e le importazioni del 10,8%.

In generale, i dati di luglio, nelle economie in cui i dati sono disponibili, indicano un miglioramento continuo.