Trasporto su strada: Inail pubblica un report sulle malattie professionali

Inail ha pubblicato un approfondimento sulle malattie professionali nel settore del trasporto su strada. Le tabelle evidenziano dati positivi, visto che nel periodo 2010 - 2019 il settore dei trasporti si posiziona al nono posto per numero di segnalazioni di malattia professionale con nesso di causalità valutato come positivo (il 3,2% del totale). Al primo posto troviamo invece il settore costruzioni (23,5%), seguito da Agricoltura, caccia e relativi servizi (9,5%).

Inoltre, dal 2017 al il settore trasporti su strada ha registrato un decremento del numero di denunce, sceso dal 3,7% al 2,1% (un calo più accentuato di quello osservato in tutti gli altri settori).

Tra le malattie più diffuse troviamo innanzitutto le problematiche alla colonna vertebrale, la perdita dell’udito e le mononeuriti dell’arto superiore e mononeuriti multiple. L’analisi evidenzia poi che le segnalazioni con nesso positivo nella classe di età “50 e oltre” (circa 2.500) sono oltre il triplo di quelle per la classe di età “15 - 49 anni” (un po’ meno di 800).

Tra le professioni dove il nesso di causalità con le malattie è maggiormente presente, troviamo però i conducenti di mezzi pesanti (43,8%), seguiti da quelli di autobus, tram e filobus (26,2%), con poca differenza tra le due classi di età. Un maggior differenziale tra le classi di età si riscontra nell’attività di facchinaggio e spostamento merci dove c’è uno scostamento di oltre 3 punti percentuali (4,9% contro 1,4%).

Per quanto riguarda le conclusioni, la scheda evidenzia che nel settore dei trasporti ed in particolare tra gli autotrasportatori, il rischio da lavoro correlato si manifesta prevalentemente a carico di schiena ed arti superiori. Infatti, alle patologie cronico degenerative del rachide concorrono, anche in modo sinergico, i rischi connessi all’attività di autista: posture obbligate con valori elevati di carico sui dischi intervertebrali (soprattutto del tratto dorso-lombare), vibrazioni trasmesse al corpo intero, movimentazione manuale dei carichi e microclima sfavorevole. Spesso il carico e lo scarico della merce vengono effettuati dall’autista, non sempre coadiuvato da ausili quali sponde mobili o carrelli elevatori (muletti). La postura seduta viene mantenuta continuativamente per tempi che vanno dai pochi minuti a diverse ore; più tempo si resta seduti, più i dischi intervertebrali soffrono e ciò comporta l’amplificazione degli effetti nocivi della movimentazione manuale dei carichi e delle vibrazioni.