Aiscat: investimenti, digitalizzazione e transizione green per le autostrade italiane

Da qui ai prossimi 15 anni le concessionarie delle autostrade italiane metteranno in campo fra i 50 e i 60 miliardi di euro di investimenti, per la manutenzione ordinaria, per la costruzione di nuove corsie, per la digitalizzazione e la transizione ecologica della rete.

Partendo da questi dati, il presidente dell'Aiscat, Diego Cattoni, ha avviato i lavori della 56sima assemblea generale, dal titolo particolarmente esemplificativo “La rivoluzione della mobilità tra digitalizzazione e transazione ecologica”.

All’evento hanno partecipato, fra gli altri, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il viceministro Edoardo Rixi, il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Andrea Morelli, e Roberto Tomasi, ad di Aspi, Autostrade per l'Italia.

In un Paese come l’Italia caratterizzato da una conformazione del territorio che non ha permesso lo sviluppo di una rilevante infrastrutturazione ferroviaria, strade e autostrade sono lo strumento principe per il trasporto delle merci che viaggiano, infatti, per più dell’80% via gomma.

Ed è per questo, come ha sottolineato Cattoni, che “il settore autostradale è la principale infrastruttura di collegamento del nostro sistema economico”.

Investire su infrastrutture più nuove e tecnologicamente più avanzate risponde quindi sia alle esigenze produttive, sia agli impegni per la decarbonizzazione assunti dal nostro Paese in ambito comunitario.

Nel suo intervento, il ministro Salvini ha sottolineato proprio la miopia di non aver inserito le infrastrutture stradali nel PNNR, “una miopia – ha spiegato - che stiamo cercando di ricalibrare, mettendo a terra alcune voci di bilancio in maniera utile”.

Anche il viceministro Rixi ha ricordato come il Piano nazionale complementare al Recovery Plan sia intervenuto per colmare alcune mancanze almeno per quel che riguarda la sicurezza delle infrastrutture che si raggiunge anche grazie a interventi sulla digitalizzazione della rete.

A questo proposito, il presidente dell'Aiscat, Diego Cattoni, ha sottolineato che "la novità sta non solo nella mole di potenziali nuovi investimenti, ma nel tipo stesso di investimento. Avremo certo nuove opere e l'ampliamento delle attuali, ma abbiamo la possibilità di pianificare la digitalizzazione della rete. La guida autonoma e connessa ci permetterà non solo di aumentare la capacità delle arterie senza uso di ulteriore suolo e di rendere più veloci gli spostamenti, ma soprattutto di abbattere radicalmente il tasso di incidentalità oggi per lo più legato al fattore umano”.
Con benefici evidenti anche per il trasporti delle merci il cui flusso veicolare quest’anno ha superato i livelli pre Covid.
Da questo punto di vista, l'amministratore delegato di Aspi, Roberto Tomasi, ha spiegato che si impone “la necessità di spingere quanto più possibile sui progetti di potenziamento".

E anche sul fronte della sostenibilità ambientale, ha concluso Cattoni, “il comparto autostradale sarà decisivo”.

“Il sostegno alla diffusione di veicoli elettrici, oggi a batteria domani anche a idrogeno, ci può permettere di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti che serve al settore”.