Mar Rosso: Governo al lavoro per salvaguardare centralità Italia nella logistica

Sulla crisi in Mar Rosso, il Governo italiano è al lavoro per scongiurare il rischio che le conseguenze diventino strutturali e per salvaguardare la centralità del nostro paese nelle rotte logistiche globali, considerando che l'Italia ha un ruolo centrale come piattaforma logistica dell'Europa nell'area Mediterranea. Il Ministero degli Esteri segue con costante attenzione l'evoluzione della situazione, infatti, oggi la Farnesina ha ospitato la prima riunione del Tavolo - presieduta dal vice presidente del Consiglio Antonio Tajani insieme al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso - proprio per valutare l'impatto della crisi nel Mar Rosso per l'economia italiana.

Le origini della crisi risalgono a metà novembre, quando il gruppo yemenita filo-iraniano Houthi ha condotto una serie di attacchi contro navi commerciali e militari nel Mar Rosso, che rappresenta una delle principali arterie commerciali del pianeta, e nel Golfo di Aden, tanto che il traffico commerciale nello stretto di Bab el Mandeb ha subito una riduzione del 64,7%, con conseguenze anche sul Canale di Suez, dove la contrazione e' stata del 50,6%. Per l'Italia si stima che il valore annuale pre-crisi dei flussi di import/export che transitano per il Canale di Suez fosse pari a circa 148 miliardi di euro, di cui 93 miliardi di importazioni e 55 miliardi di esportazioni.

Ad essere maggiormente colpiti sono i flussi commerciali che coinvolgono i paesi partner dell'area del Golfo, la Cina, il Giappone e l'India, ma con ripercussioni settoriali più marcate per tessile-abbigliamento, petrolio e prodotti della meccanica. Le regioni italiane più colpite dalla crisi, in termini di valore delle merci esportate via Mar Rosso, sono la Lombardia (12,9 miliardi di euro), l'Emilia-Romagna (9,3 miliardi) e il Veneto (5,7 miliardi), ma è proprio l'Emilia-Romagna la regione che trae la più alta percentuale del proprio Pil dall'export attraverso il Canale di Suez (5,3 per cento), seguita da Friuli-Venezia Giulia (4,7 per cento) e Toscana (3,7 per cento).

In questo periodo critico, i sei principali porti italiani coinvolti nell'interscambio commerciale - Genova, Venezia, Trieste, Gioia Tauro, Augusta e Livorno - hanno fatto registrare una significativa riduzione dei traffici, che ha toccato punte negative  del 20% lo scorso gennaio. Sulla condizione resta la preoccupazione di un eventuale prolungarsi nel medio-lungo periodo. "I valori economici legati alla crisi nel Mar Rosso sono elevatissimi: basti considerare che la rotta marittima attraverso il Canale di Suez e' cruciale per le esportazioni del Made in Italy - ha dichiarato il ministro Urso -. Ulteriore preoccupazione riguarda il rischio di una diversione del traffico dall'Asia all'Europa, a scapito del sistema portuale italiano e dell'economia ad esso collegata".