Certificati bianchi: cosa sono e come funzionano

Investire in tecnologia e innovazione conviene. Del resto, la saggezza popolare già ci insegna che chi più spende meno spende. Un principio che vale anche per le imprese e che potrebbe essere la ratio che regola il meccanismo dei certificati bianchi. In vigore dal 2005, i certificati bianchi – detti anche titoli di efficienza energetica (TEE) sono sostanzialmente attestazioni che dimostrano il risparmio dell’energia negli usi finali da parte di Pubblica Amministrazione, aziende, società e realtà imprenditoriali. Risparmio che si ottiene grazie alla realizzazione di interventi di ammodernamento e all’utilizzo di tecnologie più nuove ed ecologiche e meno energivore nel settore industriale, nelle infrastrutture di rete, nei servizi e nei trasporti. Le regole di funzionamento sono state definite da alcuni decreti del ministero dello Sviluppo Economico che nel corso del tempo hanno aggiornato i principi regolatori e la lista degli interventi ammissibili ai titoli di efficienza. A partire dal gennaio 2017, le imprese di autotrasporto merci possono a tutti gli effetti partecipare a questo meccanismo con l’acquisto di flotte di mezzi di trasporto a trazione elettrica, gas naturale, GNL, GPL, ibride o a idrogeno. Ma più, in generale, valgono anche iniziative non specifiche per questo settore come l’efficientamento delle procedure di lavoro, dei magazzini, degli uffici.

L’ultimo aggiornamento della lista degli interventi ammissibili è dello scorso 1° luglio. Un decreto interministeriale del MISE è andato ad aggiungere undici nuovi progetti eleggibili fra cui interventi per l’utilizzo di combustibili a basso contenuto emissivo (GNL) nel settore del trasporto navale.

Un tema abbastanza attuale, dunque, che contribuisce all’attuazione di politiche di sostenibilità ambientale nei trasporti in linea con quanto imposto anche dalle politiche comunitarie sulla mobilità e sulla movimentazione delle merci e dagli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. È in questa prospettiva che nei mesi scorsi è partita la collaborazione tra Anita e il Gestore dei Servizi Energetici (che si occupa dell’attribuzione dei certificati bianchi), attraverso un Protocollo d’intesa, della durata di tre anni, in base al quale le due realtà lavoreranno assieme per la costruzione di sistemi di trasporto e reti di distribuzione urbana delle merci più innovativi e sostenibili e, più in generale, per la diffusione della cultura della sostenibilità grazie a iniziative di formazione e informazione. Un tavolo tecnico lavorerà alla definizione di politiche aziendali tese a orientare il rinnovo del parco circolante verso le soluzioni più green, per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare delle imprese, per la sperimentazione delle cosiddette comunità energetiche (cioè associazioni fra cittadini, attività commerciali, imprese per dotarsi di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, da condividere), la promozione di programmi di cambiamento comportamentale e di sperimentazione tecnologica. Una questione che verrà affrontata anche nel corso della prossima assemblea nazionale dell’associazione.

Ma come funziona il meccanismo dei titoli di efficienza energetica?

Innanzitutto, partiamo dall’origine.

I TEE sono attribuiti dal Gestore dei servizi energetici (GSE), società partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze che opera per la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Dal GSE dipende anche il Gestore dei mercati energetici (GME), società del gruppo che regola il mercato dei certificati bianchi, titoli vendibili o scambiabili.

Ogni TEE corrisponde, infatti, al risparmio di una tonnellata equivalente di petrolio (TEP) ed è monetizzabile. Il suo valore economico è definito nelle sessioni di scambio sul mercato, una vera e propria borsa elettrica dove avvengono transazioni fra operatori. I certificati possono essere scambiati sulla piattaforma gestita dal GME o attraverso contrattazioni bilaterali. Aderire a questo meccanismo è un obbligo per i distributori di energia elettrica e di gas naturale che hanno più di 50mila clienti finali, tenuti anche a rispettare obiettivi annuali. Ci sono poi i soggetti volontari, in cui rientrano le imprese di autotrasporto, che scelgono liberamente di realizzare interventi di riduzione dei consumi energetici. I progetti ammissibili sono progetti non ancora realizzati che siano in grado di generare risparmi energetici ulteriori a quelli precedenti alla realizzazione degli interventi. E in ogni caso, i TEE non possono essere cumulati con altri incentivi, a carico delle tariffe dell’energia elettrica e del gas e con altri incentivi statali per gli stessi progetti.