Uniontrasporti: le imprese investono sulla sostenibilità

Le imprese tendono a ricorrere a modalità di trasporto più sostenibili e all’attuazione di processi di economia circolare.
Questo è quanto emerso da un’indagine nazionale sui fabbisogni e sulle esigenze infrastrutturali e logistiche realizzato da Uniontrasporti (società in house di Unioncamere e delle Camere di commercio) con il supporto dell’istituto Format Research.

Con questa analisi le Camere di commercio intendono individuare i fabbisogni e le esigenze infrastrutturali e logistiche delle imprese per orientare al meglio le politiche di intervento e di investimenti e per fornire servizi mirati alle imprese.

L’indagine è stata svolta dal 13 maggio al 14 giugno 2021 su un campione statisticamente rappresentativo di imprese della manifattura e dei trasporti e della logistica.
Per quel che riguarda quest’ultimo settore sono state interpellate 1.648 imprese.
L’analisi fa emergere una grande attenzione del comparto dei trasporti e della logistica ai temi ambientali.
Il 41,1% delle aziende intervistate dichiara, infatti, di aver acquistato mezzi a minor impatto ambientale, il 18,1% ha cercato di compiere azioni meno inquinanti, il 17% di migliorare la capacità di carico dei veicoli.
Tra le regioni che hanno investito maggiormente in termini di sostenibilità c’è il Molise con il 66,6% delle imprese ad aver acquistato nuovi mezzi a minor impatto ambientale.

In generale, le aziende dichiarano di voler continuare a investire su veicoli a basso impatto, a ricorrere a fornitori attenti alla sostenibilità e a formare i dipendenti per migliorare la sensibilità sulle politiche green.

E ancora, fra gli altri dati emersi, risulta che le imprese ritengono necessario: facilitare l’accesso ai fondi e agli incentivi per l’acquisto di mezzi e attrezzature; favorire la chiarezza dell’attività amministrativa/normativa; semplificare le procedure per le autorizzazioni.

Inoltre, quasi nove imprese su dieci sono a conoscenza del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

L’indagine entra nel dettaglio di altri aspetti specifici del lavoro in questo settore.

Emerge che nel 2019, il 76,1% delle imprese ha effettuato solo trasporti nazionali. Per circa il 7%, invece, l’export prodotto con committenti esteri ha inciso oltre il 50% sul fatturato totale aziendale.

Fra le regioni è il Friuli Venezia Giulia quella che punta più sull’export (che ha inciso fino al 10% sul fatturato totale aziendale); all’estremo opposto c’è il Molise con il 96,9% del fatturato aziendale derivato da trasporti nazionali.

Il 38,8% di imprese ha dichiarato  inoltre che, nell’ultimo biennio, l’area di provenienza delle merci è coincisa con la loro area di localizzazione. Il 29,4% ha gestito merci provenienti dall’Italia.

Circa otto imprese su dieci (il 74,3%) hanno utilizzato prevalentemente il trasporto tutto strada, il 7,6% il trasporto combinato strada-mare e il 5% i servizi di autostrada viaggiante. Il container è stata l’unità di carico maggiormente impiegata nel corso dell’ultimo biennio (34,6%), a seguire le rinfuse solide/liquide e la cassa mobile.

Per quel che riguarda l’accessibilità e il livello di connessione, oltre il 36% delle imprese ritiene ottima o buona l’accessibilità della propria provincia rispetto alla rete autostradale. In Calabria, però, ben il 64,6% delle imprese intervistate la ritiene carente.
Su questo stesso tema, gli interventi ritenuti più urgenti sono quelli sull’accessibilità ai centri urbani (39%), sul completamento degli interventi in corso (38,5%) e sul potenziamento dell’intermodalità ferro-gomma-mare (22,9%).