Otto raccomandazioni per decarbonizzare i trasporti. È stato questo il risultato dell’analisi portata avanti dal gruppo di lavoro composto da Confartigianato Imprese, Confartigianato Trasporti, Kyoto Club, Motus-E, Politecnico di Milano, Cambridge Econometrics, Transport & Environment Italia, ABB, Scania, Tesla, UPS Italia.
Si tratta del primo gruppo di lavoro sul tema della sostenibilità dei trasporti di cui fanno parte anche associazioni non abitualmente impegnate nel settore dell’autotrasporto e che, dunque, costituiscono un osservatorio esterno sul settore.
Il team ha prodotto il summary report “Conclusioni e raccomandazioni per l’Italia” che ha sintetizzato i principali risultati del Rapporto promosso dalla European Climate Foundation, elaborato di Cambridge Econometrics, Potential Options and Technology Pathways for Delivering Zero-Carbon Freight in Italy.
All’interno del rapporto, presentato lo scorso 7 dicembre in un webinar organizzato da Kyoto Club e Motu-E anche alla presenza del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, sono state raccolte le problematiche tecniche, economiche ed ambientali collegate allo sviluppo di veicoli merci verso zero emissioni al 2050, e soprattutto le otto raccomandazioni necessarie per l’Italia.
1. La necessità di una strategia nazionale per la decarbonizzazione del trasporto merci a zero emissioni entro il 2050, da adottare subito da parte dei Ministri Competenti.
2. Aggiornare il PNIEC, nel quale si stima un fabbisogno di potenza installata di impianti da rinnovabili pari a 70 GW al 2030 per rendere sempre più pulito il mix energetico italiano e spingere l’elettrificazione dei trasporti e la produzione di idrogeno “verde”.
3. Favorire l’accelerazione della realizzazione di infrastrutture di ricarica per il trasporto merci.
4. Investire in Italia in modo massiccio nella ricerca di nuove tecnologie delle batterie e promuoverne la produzione negli anni successivi. Investire allo stesso modo nella filiera di riciclo e riuso delle batterie.
5. Adottare un sistema di incentivi destinati agli autotrasportatori, per l’acquisto di veicoli a zero emissioni, incluso il leasing o il noleggio a lungo termine. Introdurre sconti sui pedaggi stradali e autostradali per i veicoli merci a zero emissioni.
6. Riorientare progressivamente i Sussidi Ambientalmente Dannosi (da SAD a SAF) destinati all’autotrasporto verso aiuti ai veicoli merci a zero emissioni ed alla realizzazione di infrastrutture di ricarica.
7. Serve programmare una Strategia nazionale per limitare la circolazione dei veicoli più vetusti, a partire dalle aree urbane e metropolitane, così da ridurre significativamente l’impatto di tali mezzi e proseguire verso un obiettivo che favorisca la circolazione dei veicoli a zero emissioni al 2050.
8. Relativamente al mancato raggiungimento della neutralità climatica al 2050, sottolineata nel Rapporto nonostante un phase-out delle vendite di HDV a combustione interna al 2040, va rimarcata la necessità di ulteriori misure mediante politiche che favoriscano il riequilibrio modale (shift) e l’efficienza del sistema (avoid) da un lato, e pongano in essere azioni concrete volte a creare i presupposti necessari ad anticipare una transizione sostenibile a veicoli a zero emissioni per alcune categorie di trasporti, dall’altro.
“Come rappresentanti delle imprese, noi lavoriamo da tempo per sensibilizzare sul tema della rivoluzione del trasporto merci. – ha commentato Sergio Lo Monte, segretario nazionale di Confartigianato Trasporti. “Ma gli operatori stanno incontrando difficoltà che hanno a che fare con le mancate certezze sulla tecnologia del futuro. La rivoluzione è in atto, la categoria vuol fare la transizione, ma va richiamata l’attenzione pubblica per un sistema che accompagni le imprese nella maniera più indolore possibile”.
Quello svolto è stato un lavoro approfondito – ha commentato il ministro Giovannini: “Un lavoro approfondito che si affianca ad altre riflessioni che stanno maturando in queste settimane. Tutto il settore è in grande fermento, correttamente. Nei prossimi mesi con la discussione del pacchetto europeo Fit for 55 sarà infatti necessario avere chiara la posizione da assumere. Non è importante solo cosa fare, ma quando farlo. Bisogna evitare che chi compra veicoli a zero emissioni si trovi in difficoltà". Il ministro ha infatti sottolineato che non si possa pensare alla transizione in assenza di reti e senza tener conto della sostenibilità anche economica e sociale.
La sfida imposta dal pacchetto Fit for 55, infatti, – ha proseguito il titolare del Mims “è una sfida senza paragoni per il numero di soggetti coinvolti, per gli interventi necessari, per l’incertezza tecnologica che in alcuni settori ancora abbiamo”.
Di Redazione Tir |
09 Dicembre 2021