Sostenibilità e intermodalità al centro del 6° Forum Internazionale Conftrasporto–Confcommercio

Transizione green del sistema produttivo italiano e di quello dei trasporti e della logistica, sostenibilità sociale ed economica in vista degli obiettivi fissati da Green Deal e Fit for 55: questi i temi al centro della due giorni inaugurata oggi a Roma in occasione del 6° Forum Internazionale di Confcommercio - Conftrasporto.

Come ha ricordato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, l’iniziativa - che quest’anno non si è svolta nella consueta cornice di Cernobbio – “testimonia il valore di trasporti e logistica in Confcommercio ma anche il ruolo strategico nella nostra economia, perché i trasporti e la logistica hanno contribuito da protagonista alla resilienza, prima, e alla ripresa, poi, nonostante le enormi difficoltà della pandemia e divieti talvolta irragionevoli come nel caso del Brennero”.

Per questo, ha proseguito, vanno mantenute le buone pratiche di questa stagione come la sospensione dei divieti di circolazione per i mezzi pesanti, le proroghe di validità dei documenti di circolazione dei mezzi pesanti, gli interventi a sostegno del comparto marittimo – portuale. Allo stesso tempo è necessario maggior impegno per “favorire il rinnovo del parco circolante e navigante”.

L’intermodalità resta, infatti, attualmente la strada migliore per attuare la transizione green.

Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto, ha sottolineato come “il trasporto combinato - che vive sulla strada ferrata, sulla gomma, sul mare -  è l’unico sistema che contribuisce a diminuire i fattori di inquinamento”.

“La nostra richiesta è di destinare risorse a queste modalità. Potenziamo e manteniamo le Autostrade del mare, interveniamo sui porti. Ricordiamoci sempre che viviamo in un’economia basata sui flussi e il fattore essenziale di competitività è il tempo”.

Secondo quanto emerso nel Rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio e dall’analisi realizzata da Isfort, dal titolo “Transizione ecologica dei trasporti, logistica e intermodalità”, per raggiungere gli obiettivi di riduzioni delle emissioni climalteranti lanciati dall’Unione europea è necessario agire su più fronti. Innanzitutto, bisogna mantenere le best practice.

In generale, entro il 2030 le emissioni nocive dovranno calare del 55% rispetto ai livelli del 1990: passare quindi dai 515 milioni di tonnellate totali di gas a effetto serra a 232 milioni di tonnellate all’anno. Ciò significa 10,80 chili al giorno di emissioni pro capite.

Una cifra che comprende tutti i settori e anche il comportamento quotidiano dei singoli cittadini.

Il trasporto su strada ha già segnato importanti risultati.
I trasporti attualmente sono responsabili del 30% delle emissioni totali di Co2 in Europa, ma l’autotrasporto contribuisce in Italia solo per il 5%. Resta da considerare, però, che ad oggi i combustibili fossili alimentano la quasi totalità dei mezzi che trasportano merci.

Le emissioni di gas climalteranti provenienti dai mezzi pesanti sono scese fra il 1990 e il 2019 dell’1,3%; per il 2030 bisognerà compiere uno sforzo ulteriore fino al -3,1%.

Si tratta comunque di una performance migliore rispetto a tutto il comparto dei trasporti che nello stesso periodo è sceso dello 0,1% e che dovrà raggiungere una variazione del -8,1% entro il 2030.

Ciò vuol dire che nella distribuzione degli impegni per ogni settore bisognerà tenere conto anche di questo.

I dati dimostrano come le imprese di autotrasporto abbiano già imboccato una strada corretta: il 41% ha acquistato mezzi a minor impatto ambientale, il 18% ha dichiarato di compiere azioni meno inquinanti e il 17% di migliorare le capacità di carico dei veicoli.

Anche il settore marittimo, al quale è imputabile una quota inferiore del 3% di tutte le emissioni globali di Co2, in 10 anni ha visto scendere le emissioni del trasporto merci internazionale del 6,8%.