Vertenza BRT: il punto della situazione
Italia
A quasi due mesi dall’avvio del tavolo di confronto tra BRT e i vettori che operano per conto del Gruppo stesso (qui il nostro precedente articolo), si registrano posizioni diverse tra le associazioni di categoria dell’autotrasporto.
Assotir ha infatti abbondato il tavolo delle trattative, annunciando una serie di azioni di protesta, che verranno attuate nei prossimi giorni, mentre Unatras dopo un nuovo incontro con BRT, con il supporto dell’associazione Fedit, ha deciso di proseguire il confronto.
Vediamo quindi come si è arrivati a questo punto e le posizioni delle associazioni.
La vicenda scaturisce dalla decisione del Tribunale di Milano di sottoporre BRT ad amministrazione giudiziaria. Questo ha portato il Gruppo ad intraprendere un percorso di risanamento, interrompendo i rapporti con gli storici vettori che si occupavano del trasporto per conto di BRT, soprattutto piccole imprese di autotrasporto, molte delle quali operavano in esclusiva per il corriere. Molti autotrasportatori si sono quindi rivolti alle associazioni di categoria che hanno cercato di trattare un piano di conciliazione con lo spedizioniere.
Dopo diversi incontri definiti “inconcludenti”, Assotir ha deciso però di interrompere le trattative, spiegando le proprie ragioni in una conferenza stampa che si è svolta il 25 giugno.
“Ci siamo prodigati, abbiamo approfondito la vicenda e avviato la trattativa, ma ci siamo resi conto che BRT non è disponibile a venire incontro alle esigenze dei trasportatori”, ha sottolineato la presidente di Assotir, Anna Vita Manigrasso.
Il nodo della questione è stato soprattutto il rifiuto di BRT di consentire ai fornitori storici di costituirsi in consorzio e di proseguire con i licenziamenti che riguarderanno circa 3mila imprese.
“Sono tutti operatori – ha spiegato Claudio Donati, segretario generale di Assotir – che hanno sempre operato legittimamente e che questa vicenda l’hanno subita. Il corriere non ha fornito spiegazioni plausibili sul veto posto alla possibilità delle imprese di aggregarsi in consorzi, facendo intendere che i magistrati avrebbero vietato di stringere partnership con dei consorzi. In realtà il provvedimento che ha deciso l’amministrazione giudiziaria per BRT non pone alcun veto sui consorzi. A BRT – ha concluso Donati - chiediamo solamente di consentire a quegli addetti che ancora sono contrattualizzati, di continuare a lavorare a condizioni decorose. Altrimenti, ci muoveremo di conseguenza”.
Dopo un nuovo incontro con BRT, avvenuto il 26 giugno, riscontrato lo spirito di collaborazione, Unatras ha invece deciso di proseguire nel confronto.
Dopo aver acquisito rassicurazioni sulla sospensione temporanea delle comunicazioni di recesso, Unatras ha richiesto di prevedere un ulteriore allungamento del periodo di recesso contrattualmente previsto (già in precedenza incrementato da 30 giorni sino a 90 giorni), per consentire ai fornitori attuali di poter valutare con più tempo le possibili forme di riorganizzazione o di riposizionamento sul mercato.
BRT - si legge in una nota Unatras - si riserva su questo aspetto di fornire a stretto giro un riscontro, dopo aver svolto un approfondimento sullo stato attuale del processo di riorganizzazione dei fornitori, restando sempre inteso che il termine prolungato non potrà naturalmente applicarsi ai fornitori che dovessero risultare non conformi ai parametri rispetto alle attività di analisi e valutazione svolte e in corso di svolgimento.
Nell'ambito del confronto, prosegue la nota, tutte le parti hanno confermato che i lavori del tavolo proseguiranno nello spirito della massima collaborazione e, nel rispetto del quadro normativo, degli impegni assunti da BRT e compatibilmente con le condizioni di mercato, saranno esplorate, discusse e approfondite tutte le possibili soluzioni praticabili che emergeranno al fine di salvaguardare le attività di impresa dei fornitori e la relativa occupazione, tenendo conto soprattutto delle richieste di Unatras con particolare riferimento al sistema delle aggregazioni e del mondo cooperativo.
Intanto sulla vicenda è stata presentata da parte dell’on. Roberto Traversi, componente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, un’interrogazione a risposta orale rivolta ai Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle Imprese e del Made in Italy, in cui si chiede “se non ritengano opportuno avviare azioni di competenza, anche di carattere normativo, che possano tutelare i fornitori «storici» e le loro famiglie e nel complesso i trasportatori”.
Di Redazione Tir | 27 Giugno 2024